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PALE-JUDEA-MAP, 2025
Videoscultura, profili in acciaio, macchina da cucire per pelle, 1 monitor IPS con audio da 14,2 pollici, 1 lettore video HD, 2 alimentatori di corrente, 1 rocchetto di filo rosso, legno. Videoanimazione, HD, colore, 4'40"
Dimensioni complessive della scultura: 121 × 54 × 30 cm
Dimensioni del basamento: 84 × 54 × 30 cm
Dimensioni della macchina da cucire per pelle: 32 × 54 × 18 cm
L'opera PALE-JUDEA_MAP è una scultura video composta da un basamento realizzato con sottili profili d'acciaio, di dimensioni 84 × 54 × 30 cm. Su di esso è montata una macchina da cucire per pellame di circa 40 × 54 × 18 cm. Tra il letto della navetta, con il relativo ago, e la base flessibile è collocato un monitor di circa 21 × 30 cm.
Dal display del monitor si vede un'animazione video che simula il movimento di un filo rosso mentre cuce il bordo dei confini del territorio della Palestina nel 1917, così come rappresentati su un'antica cartina geografica cartacea, adagiata su una superficie rosata, simile alla pelle umana.
All'epoca, la Palestina faceva parte dell'Impero Ottomano ed era abitata prevalentemente da arabi palestinesi musulmani, che convivevano con comunità ebraiche, cristiane, druse, beduine e altri gruppi minoritari, come i circassi e i samaritani.
Nell'opera, l'ago e il filo che lo attraversa corrispondono alla posizione in cui il filo animato penetra ed esce dalla cartina geografica, per poi cucire un tratto della superficie carnale sottostante, rientrando infine nella cartina.
La cucitura segue due fasi:
1. Nella prima, il filo rosso ripercorre i confini della Palestina del 1997.
2. Nella seconda, dopo una breve pausa e una volta completata la delineazione del territorio, il filo riprende il suo cammino ricamando, all'interno della mappa, la scritta in caratteri maiuscoli: "PALE-JUDEA".
L'opera si inserisce nel contesto del conflitto israelo-palestinese. Il movimento dell'ago, con il suo ritmo lento e implacabile, la macchina che lo guida, il filo rosso, il gesto del cucire e del ricamare evocano concetti come "unire", "delimitare", "riparare", "ferire" e "tempo storico".
Allo stesso tempo, il contesto del conflitto e il fatto che nella cucitura non venga menzionato lo Stato di Israele rappresentano una provocazione, un'irritazione politica, forse una proposta. L'artista sembra suggerire una possibile soluzione al conflitto che vada oltre il concetto di nazione.
L'opera pone l'accento sulle radici storiche, non solo bibliche, dell'identità e delle culture che si sono formate attraverso le vicissitudini della storia, dando origine a comunità. La scritta PALE-JUDEA non rappresenta il nome di uno Stato, ma di una possibile federazione, un'entità che riunisce le due principali tradizioni culturali e storiche di questa terra. Palestina e Giudea: due popoli che, forse, hanno più in comune di quanto li divida.english:
The artwork PALE-JUDEA_MAP is a video sculpture consisting of a base made of thin steel profiles measuring 84 × 54 × 30 cm. Mounted on this base is a leather sewing machine, approximately 40 × 54 × 18 cm in size. Between the shuttle bed, with its corresponding needle, and the flexible base, there is a monitor measuring about 21 × 30 cm.The screen displays a video animation that simulates the movement of a red thread as it traces the borders of Palestine in 1917, as they appeared on an old paper map. This map rests on a pinkish surface reminiscent of human skin. At that time, Palestine was part of the Ottoman Empire and was primarily inhabited by Muslim Palestinian Arabs, who coexisted with Jewish, Christian, Druze, Bedouin, and other minority communities, such as Circassians and Samaritans.
The stitching process takes place in two phases:
In the first phase, the red thread follows the borders of Palestine as they were in 1917.
In the second phase, after a short pause and once the borderlines have been fully retraced, the thread continues its movement and embroiders, in capital letters, the words: "PALE-JUDEA."
The artwork is set within the context of the Israeli-Palestinian conflict. The movement of the needle, with its slow and relentless rhythm, the machine driving it, the red thread, and the act of sewing and embroidering evoke concepts such as "connecting," "limiting," "repairing," "wounding," and "historical time."
At the same time, the context of the conflict and the absence of any mention of the State of Israel in the embroidery serve as a provocation, a political disturbance, or perhaps even a proposal. The artist seems to outline a possible resolution to the conflictone that moves beyond the classical concept of the nation-state.
The artwork highlights historical roots that stem not only from biblical narratives but also from cultural influences that have shaped communities throughout history. The inscription "PALE-JUDEA" does not signify the name of a state but rather a possible federationan entity that would unite the two most significant cultural and historical traditions of this land.