Costantino Ciervo

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“Cloud” – 2017
Tecnica: videoscultura a 5 canali sincronizzati, display, alluminio, neon, mini computer, elettronica. Video colore ca. 05:41 min.
Cloud : 120 x 48 x 14 cm.; Drops: ca. 30 x 40 x 14 cm.
MusiK: Chris Zabriskie - Prelude No 16 - No 18 (http://freemusicarchive.org/music/Chris_Zabriskie/Preludes/)

Nel video si succedono in sequenza, sullo sfondo di un cielo azzurro non molto nuvoloso, 3 pronomi personali e 6 parole/domande (I, You, We, Where? Why? How? But? What?).
Le lettere delle parole/domande compaiono sotto forma di palloncini colorati, che gonfiati all’estremo all’improvviso scoppiano. Giunti alla fine del “gonfiamento” della parola WHAT e alla sua “esplosione”, emergono dal profondo delle nuvole le 5 icons delle apps che oggi sono maggiormente usate nei social networks (Twitter, Facebook, Google, YouTube, WhatsApp).
Raggiunta una certa grandezza all’interno dei monitori i simboli esplodono frantumandosi in mille sfere/atomi colorati per poi diradarsi nell'atmosfera prima di scomparire del tutto mentre batte una breve e lieve pioggia.
I monitori sono avvolti da un neon a forma di nuvola e sotto di essa compaiono le sagome di quattro gocce d'acqua che simulano la pioggia. Il tutto è accompagnato dalla una musica da pianoforte di Chris Zabriskie.

Where? Why? How? But? What? When? Sono alcune delle fondamentali domande che un giornalista dal punto di vista deontologico si deve porre per riportare i fatti reali di una notizia prima di diffonderla al pubblico.

La diffusione di notizie vere è l’elemento essenziale con cui si forma una cultura del sapere e della conoscenza di un individuo quindi di una società sana e democratica.

Gli User dei più popolari social networks come per esempio Twitter, Facebook, Google, YouTube, WhatsApp, all’inizio forse si sono fatti ispirare dall’idea che questi strumenti per il loro potere di interconnettere le persone a livello globale incrementassero automaticamente il sapere generale e che a sua volte quest’ultimo incoraggiasse e rafforzasse la partecipazione politica e democratica nell’umanitá.

Nei fatti questi social network sono delle vere è proprie industrie della manipolazione e controllo globale degli individui. Gli algoritmi sempre più sofisticati (intelligenza artificiale) di questi colossi dell’interscambio di informazioni sono sempre più in grado di capire e imparare i comportamenti dei loro utenti (che sono a volte sono anche miliardi di persone) per poi accumulare dati che una volta venduti a terzi (pubblicità, banche, servizi commerciali, etc.) producono profitti immensi in denaro a favore di poche persone o addirittura un solo uomo.

I cosiddetti like e tutte le possibilità tecniche narcisistiche che l’applicazione mette a disposizione dell’user intervengono sull’aspetto psicologico dell’ utente/consumatore/produttore che si sente stimolato a costruire ed alimentare una propria personalitá virtuale in rete che spesso non coincide per niente con quella vera. Il fine è quello di far credere all'utente di essere al centro del mondo o perlomeno di avere questa possibilià! Tutto questo avviene dietro il paravento della democratizzazione e interconnessione dell'umanià. In effetti un potere enorme decisionale è nelle mani di una o poche persone. Si pensi che il solo Facebook di Zuckerberg gli riserva ogno anno 7 miliardi di dollari di guadagno netto.

Metodi simili a quelli usati dagli spacciatori di droghe (tossocodipendenza) che sono state studiati in modo (attraverso l’“interazione”) da inchiodare l’utente 24 ore al giorno al servizio online e quindi a renderlo sempre e dovunque digitalmente rintracciabile e registrabile nei suoi comportamenti e scelte.

Tutto questo è un ottimo terreno per invitare a sua volta colui o coloro che vedono nei popolari social networks un strumento ideale per manipolare le notizie e quindi diffondere una marea di fake news.

Uscire da questi circoli viziosi, rendere veramente democratiche queste App (vietare l’accumulazione e la vendita dei dati, eliminare la funzione idiota dei like e dis-like , eliminare la pubblicità, vietare la tracciabilitá) significherebbe per i proprietari di queste fantastiche macchine di produzione del denaro l’annientamento della propria fortuna economica. Un potere che non cederanno mai per loro iniziativa!

La videoscultura “Cloud” tematizza l’elemento propagandistico che si nasconde dietro a questi social networks in modo ironico e sottile.


Forse, però continuare a frequentarli può trarne dei frutti, ma appunto, solo se si è coscienti di essere usati oltre a quello di essere coscente del fatto di stare usando.