Costantino Ciervo

[cataloghi][interviste][bibliografia][vita][archivio video][progetti non realizzati - opere pubbliche][archivio edizioni][opere su carta][contatto][Home]

 


I don’t agree, 2013

Installazione video a 5 canali sincronizzati tre loro.
Materiali: monitor/beamer, computer, ethernet hub. Video: 05:36 min, HD colore
Misure: variabili

Cinque video tra loro sincronizzati sono schierati in fila uno affianco all’altro in modo da creare uno scompartimento orizzontale composto di cinque riquadri.
L’installazione video che dura complessivamente cinque minuti e mezzo, inizia con una sequenza introduttiva della durata di ventisette secondi. Ogni tre secondi compaiono in successione frenetica, con tagli molto netti, i termini, I, YOU, WE, WHERE, WHEN, WHY, HOW, BUT, WHAT. Ciascuna lettera ricopre per intero a caratteri cubitali neri, su sfondo bianco, il proprio spazio. Nel caso di WHERE le lettere occupano tutte e cinque le caselle della riga. Negli altri passaggi gli spazi liberi sono riempiti da un colore che cambia con il cambiare della parola. Il ritmo delle sequenze è accompagnato dalle note di un pianoforte del pezzo musicale “Dance of the Knights” di Prokofiev. Immediatamente subito dopo l’introduzione, quindi subito dopo la parola “what”, le sequenze rallentano di colpo il ritmo, e al posto delle lettere a caratteri cubitali spunta sempre la stessa persona vestita di bianco su sfondo bianco. L’uomo, non identificabile, perché ripreso frontalmente solo dal petto fino al bacino, dopo un paio di secondi d’immobilità, inizia a gonfiare lentamente, tramite una pistola di soffiaggio ad aria compressa, un palloncino colorato fino a provocarne la deflagrazione. Su ogni palloncino è riportata a mano con pennarello nero una lettera contenuta nella parola in sequenza, la cui grandezza aumenta in modo proporzionale al gonfiamento. Considerato che i video sono perfettamente sincronizzati, i termini, questa volta, compaiono gradualmente, e tramite la dilatazione forzata, sono designati a scomparire scoppiando. A ogni esplosione sussegue, secondo l’ordine di progressione dell’introduzione, un’altra parola.