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30 esemplari.
Scatola in cartone; t-shirt di cotone giallo unisex (organic fairtrade), scritta
in due colori. Due diversi tipi di slogan su due magliette (in collaborazione
con Olaf Arndt).
Misure: S - M - XL.
Le scritte in rosso e nero "NATIONS AND BORDERS ARE BORING" e quella
"BORDERS ARE BORING - NATIONS ARE NUTS" (quest'ultima ideata in collaborazione
con Olaf Arndt) sono slogan creati specificamente per la protesta civile e che
una volta stampati su T-shirt possono essere utilizzati da qualsiasi individuo
che voglia prendere posizione o che si voglia identificare con un messaggio
antinazionalista e antirazzista. La scelta dei colori usati (da quello del T-shirt
a quelli delle scritte) può variare secondo i colori della bandiera del
paese, nel quale s'intende manifestare il proprio dissenso contro il nazionalismo
e la xenofobia. Per esempio per l'Italia si potrebbe usare il bianco per la
maglietta e il verde e il rosso per la scritta. Mentre per la Germania il colore
del T-shirt è giallo e quello delle scritte rosso e nero.
Il progetto ha avuto inizio da un intervento artistico nell'ambito di una mostra
collettiva "BOOM BUBBLE & BLAST - Kunst gegen die Krise" a Dresda
nel Kunstverein "riesa efau" nello spazio "Motorenhalle, Projektzentrum
für zeitgenössische Kunst" nel marzo 2015. Il tema della mostra
è stato inizialmente pensato per confrontarsi sulle conseguenze sociali
della crisi finanziaria ed è stato affidato al gruppo artistico tedesco
BBM ("Beobachter der Bediener von Maschinen"- osservatori dei manovratori
delle macchine). Il gruppo però ha pensato di allargare il raggio di
azione invitando più artisti, pregando loro di focalizzare l'attenzione
sul fenomeno della preoccupante crescita delle forze populiste di destra che
imperversano in Germania (in particolare nella parte orientale) e in Europa
e che stanno alimentando un accrescimento del nazionalismo e del risentimento
xenofobo verso lo straniero.
Se si tiene presente che il Kunstverein "Motorenhallen", che si è
sempre contraddistinto per le sue iniziative culturali di impegno civile, si
trova a Dresda, la citta della Germania orientale, nella quale nel 1989 sono
partite all'inizio le prime famose proteste libertarie anti regime, al grido
"noi siamo il popolo", determinanti per la fine della DDR e la caduta
del muro di Berlino, per poi trasformarsi, 25 anni dopo, in proteste dallo sfondo
razzista (movimento "PEGIDA") dallo scopo, meno nobile, di lottare
contro l'"invasione degli stranieri" e in particolare "quelli
di religione islamica", - si capisce che la mostra assume in questo luogo,
una particolare forza simbolica con una rilevanza etico/politica nella lotta
a tutte le forme più o meno esplicite di intolleranza e di odio razziale.
La scelta del giallo per la maglietta come sfondo, e il rosso e nero per la
scritta, non è casuale. I colori sono quelli della bandiera tedesca che
bene fungono da contrasto grafico, e quindi creano "visibilità"
ottica (il nero sul giallo si evidenzia bene, attira attenzione e associa pericolo).
Il contrasto grafico ricalca a sua volta quello "concettuale" dove
da una parte si evoca l'identità nazionale attraverso i colori della
bandiera nazionale mentre dall'altra, la si minimizza attraverso il significato
semantico delle frasi, dando luogo così a un paradosso/contrasto che
alimenta la riflessione critica.
Lo stile del linguaggio degli slogan vuole essere volutamente semplice e anche
un po' "punk rock", e quindi psicologicamente più recepibile
alle giovanissime generazioni.