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2001 - 1 minuto e 13 secondi - Progetto per il "Museum Industriekultur Osnabrück", Osnabrück, Germania - ascensore in vetro e pozzo (profondo 30 metri) dell'ex miniera di carbone di Pieesburg.
Il progetto fu ideato in base ad un invito per una collettiva sul tema "luce e tecnologia" del museo "Museum Industriekultur Osnabrück". Il progetto non fu accettato perché non "ritenuto idoneo al tema dell'esposizione sulla "luce e la tecnologia". Sebbene fosse stato chiesto con "gentilezza", da parte del museo, di riproporre un'altro progetto (non politico) l'artista non accettò il compromesso e ritirò completamente la sua partecipazione alla mostra.
Descrizione del progetto:
L'ex miniera di carbone di Piesburg a nord di Osnabrück (Germania) è
una delle più antiche cave di carbone dell'Europa (1540). Per questo
motivo questo luogo è una testimonianza dell'inizio della rivoluzione
industriale del 19 secolo. Lo sviluppo della tecnologia e della scienza da quel
momento in poi verranno sempre più concepiti con grande ottimismo come
la soluzione dei mali dell'umanità. Nasce la cultura del positivismo
e l'uomo si comincerà a muovere verso l'antopocene.(Il termine indica
l'epoca geologica attuale, nella quale all'essere umano e alla sua attività
sono attribuite le cause principali delle modifiche territoriali, strutturali
e climatiche).
L'installazione video "Un minuto e 13 secondi" è stata pensata per l'ex cava di carbone di Piesburg. In particolare si tratta di un pozzo profondo 30 metri. Esso collega, attraverso un'ascensore di vetro, il museo della tecnologia con i cunicoli sotterranei della cava.
Progetto:
Sul tetto dell'ascensore verrà montato un proiettore video, mentre all'interno
della cabina saranno installati un monitore e due altoparlanti. Il pubblico
del museo dopo essere sceso per visitare i cunicoli sotterranei della cava è
costretto a riprendere l'ascensore per raggiungere il museo e quindi l'uscita.
Nel momento in cui verrà premuto il tasto di avvio dell'ascensore (solo
in salita), automaticamente, verrà rivissuto acusticamente e visualmente
la partenza del breve e tragico volo della navicella spaziale "Challenger",
che il 28 Gennaio del 1986 dopo un minuto e 13 secondi esplose nei cieli della
florida.
Mentre salirà l'ascensore, dal tetto della cabina, verrà proiettato
sul muro del pozzo il volo della navicella; allo stesso tempo si potranno sentire
i suoni originali della partenza e vedere, sul monitore montato all'interno
dell'ascensore, i volti esterrefatti di Ronald Reagan (allora presidente degli
U.S.A.) e dei parenti degli astronauti che assistevano al volo. Il pubblico
nell'ascensore potrà vedere la proiezione attraverso i vetri trasparenti
sella cabina. Quando questa sarà quasi giunta nel museo (circa un minuto
e 13 secondi), poco prima di fermarsi, il pubblico nell'ascensore assisterà
alla catastrofe dello "Challenger", - dopodichè il video si
spegnerà automaticamente.
La catastrofe dello "Challenger" non è stata una tragedia dovuta
alla sola inattendibilità della tecnologia, ma è stata anche il
risultato di un sistema economico e politico legato alla logica del profitto
e della perenne produttività: sebbene i tecnici avessero con forza sconsigliato
il decollo per le troppo basse temperature climatiche che non garantivano la
sicurezza, il volo fu effettuato lo stesso per evitare un ulteriore aumento
dei costi, ma anche e soprattutto per evitare una blamage nei confronti del
resto del mondo da parte di una nazione, gli U.S.A, che doveva e voleva dimostrare
la propria superiorità, militare, economica e tecnologica.
Il pozzo della cava, l'ascensore di vetro e la scala di emergenza, che si eregge
lungo il pozzo, sono elementi ideali per evocare associazioni legate alle rampe
missilistiche. Qui una volta veniva estratto carbone di alta qualità,
un elemento che è stato fondamentale per lo sviluppo tecnologico ed economico
del capitalismo.
Nelle vicinanze della cava si adoperò il pilota pioniere Ernst Friedenmeyr
che fece costruire una piccola fabbrica di aerei. In questo modo qui s'incontrano
due momenti che simboleggiano le direzioni nelle quali l'uomo ha sempre cercato
di espanderi: l'una verso l'interno e cioè nelle viscere della terra;
l'altro verso il cielo e quindi verso lo spazio e l'universo.
Rolf Spiecker (direttore del Museo della tecnologia di Piesenberg) scrive in
un prospetto: "in tutta la regione non esiste un posto come questo dove
l"uomo abbia lasciato tracce così evidenti nel paesaggio. Dove complessi
rapporti tra natura, uomo e tecnica si possono vivere in modo così diretto".